Le peculiarità del Greco di Bianco

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“Quando Orione e Sirio siano giunti nel mezzo del cielo, ed Aurora dalle rosee dita avvisti Arturo, cogli allora tutti i grappoli, o Perse, e portali in casa; per dieci giorni e per dieci notti esponili al sole, per cinque minuti mettili all’ombra, e al sesto stiva nei vasi i doni di Dioniso molto felice”.

Questo antico procedimento vitivinicolo descritto da Esiodo ne “Le Opere e i giorni” (VIII sec. a.C.) è ancora oggi alla base della lavorazione delle uve con le quali si produce il Greco di Bianco, un vino unico e prestigioso, resistito a secoli di storia.  

Il Greco è un vino passito, dal colore giallo paglierino con riflessi ambrati. Una consistenza ricca e succosa, caratterizzata dai profumi delicati che richiamano frutta, mandorla e bergamotto. Un vino squisitamente della Calabria o, come la chiamavano gli antichi Greci, Enotria, ovvero la “Terra del Vino”. 


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Le origini: un intreccio di leggende e testimonianze

Le origini del Greco di Bianco risalgono alla colonizzazione greca della costa ionica calabrese nel periodo compreso tra il VII e il VI secolo a.C. Infatti, uno fra i coloni greci portò nel territorio di Bianco un tralcio di vite, come segno di nostalgia nei confronti della terra natia. Da allora fino ai nostri giorni, quest’uva autoctona viene prodotta nel meraviglioso fazzoletto di terra affacciato sul mar Ionio.

Secondo un’antica leggenda, il Greco di Bianco possiede la capacità di conferire speciali poteri rigeneranti, sia a livello fisico che mentale. Si narra, infatti, che durante la battaglia sul fiume Sagra, combattuta fra Locresi e Crotoniati nel VI secolo a.C, vinsero i primi nonostante fossero in netta minoranza. La ragione di tale vittoria è da ricercare proprio nel vino, poiché diede forza e vigore ai soldati durante la battaglia.

Questo nobile nettare era particolarmente gradito tra gli imperatori romani, ma non solo. Infatti, nel corso del XIX secolo veniva prescritto come ricostituente per le malattie acute, come febbri malariche o esaurimenti nervosi. 

Zona di produzione e vitigno

La zona di produzione del Greco di Bianco abbraccia i territori di Bianco e Casignana, in provincia di Reggio Calabria, nell’area cosiddetta grecanica. Una terra intimamente unita al mondo del vino, come dimostrano i numerosi reperti archeologici. Infatti, gli appezzamenti assolati e ventilati da lievi brezze marine danno vita a questa vera gemma enologica. Ma anche il vitigno da cui il Greco di Bianco deriva presenta molteplici peculiarità: il grappolo del vitigno Greco di Bianco è lungo, spargolo e può arrivare ad una lunghezza massima di 60 centimetri. Gli acini sono piccoli e rotondeggianti, i vinaccioli si presentano molto sviluppati, quindi, con poca polpa e buccia sottilissima. Il sistema di allevamento più utilizzato è il cordone speronato orizzontale bilaterale.


Come nasce il Greco di Bianco

Si tratta di un vino dolce, particolare, le cui uve sono raccolte a metà settembre, rigorosamente a mano e stese al sole su graticci di canna per circa 8-10 giorni, fino a quando non viene registrato un calo minimo di acqua del 35%. Il momento dell’appassimento è uno dei più critici in quanto bisogna evitare che muffe e insetti attacchino gli acini, innescando fermentazioni indesiderate. Alcuni produttori infatti, al fine di abbreviare il tempo di sosta sui graticci, tendono a prolungare la maturazione delle uve nella pianta. Seguono a questo punto la pigiatura e la torchiatura. Dopo la vinificazione, il vino matura in botticelle di castagno e, dopo due travasi, nel mese di maggio viene trasferito in serbatoi d’acciaio dove rimane fino a novembre. Viene commercializzato dopo 13 mesi dalla vendemmia nella sua tipica bottiglia dalla caratteristica forma arrotondata sui fianchi. Il prodotto finito presenta 14 gradi e una percentuale in zuccheri che varia da 80 a 100 g per litro.

Il Greco di Bianco è un ottimo vino da dessert: si beve freddo, da solo o in abbinamento a pasticceria secca, torte a base di pasta di mandorle o frutta fresca. Talvolta viene accostato ai formaggi piccanti. Il Greco di Bianco rappresenta un patrimonio enologico da custodire e conservare. Un sapore vellutato e delicato, che ci riporta indietro nel tempo. Un sorso di Magna Grecia, con i suoi antichi profumi e odori.


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